Il segreto della specializzazione

Luca Dossena, titolare dell’impresa Dossena Impianti Elettrici di Mozzanica (BG).
Mettersi in proprio è stata una scelta più che naturale per Luca Dossena, specializzato da tempo in impianti elettrici antideflagranti. Un’attenta amministrazione, investimenti e un aggiornamento continuo hanno poi aiutato l’impresa a crescere nel tempo.

Una forte specializzazione verticale, negli impianti elettrici antideflagranti, ma anche una grande apertura a nuovi ambiti di lavoro e una gestione amministrativa attentissima; questi sono i tre principali elementi messi in campo da Luca Dossena, titolare dell’impresa Dossena Impianti Elettrici, che opera da oltre dieci anni nella provincia di Bergamo, Milano e Cremona. Un’impresa che conta tre dipendenti e un fatturato in costante crescita, frutto di un lavoro assiduo e di una continua evoluzione. Un successo nato dalla scelta di mettersi in proprio nel 2006, «in precedenza – racconta Dossena – lavoravo in un’azienda che installava impianti elettrici, in particolare ci occupavamo di manutenzione impianti e impianti elettrici antideflagranti nel settore chimico. Dopodiché, avendo anche un diploma, ho deciso di prendere la mia strada e da lì è nato tutto. Ho scelto di mettermi in gioco e prendermi carico delle responsabilità, sia nel bene sia nel male. Preferisco andare con le mie gambe ed essere indipendente da tutti, non mi piace dipendere da qualcuno».

In quali ambiti vi siete specializzati?

«Ormai il campo si è allargato e ora ci siamo specializzati un po’ in tutto. Sicuramente al primo posto ci sono gli impianti antideflagranti e impianti industriali, poi a seguire impianti civili, automazione cancelli e impianti fotovoltaici che negli ultimi quattro cinque anni hanno rappresentato un campo in grande espansione, ora leggermente in calo. I nostri clienti sono 50 % privati e 50 % industrie chimiche e farmaceutiche». 

Qual è il vostro punto di forza?

«Il punto di forza della mia impresa è chiarezza, semplicità ed essere sempre presente, insomma “sul pezzo”. Per chiarezza intendo il non promettere mai l’impossibile, ma solo ciò che si può effettivamente realizzare, nel più breve tempo possibile e facendo spendere il meno possibile all’investitore. Mentre semplicità significa non creare impianti troppo sofisticati e mettere a disagio l’operatore, ma bisogna fornire un’automazione completa senza che sia complicata e complessa. Molti operatori non vogliono impegnarsi più di tanto, preferiscono un bottone attraverso il quale accendere e spegnere, mentre la macchina è tutta o quasi automatizzata».

Amministrare, valutare, investire
Quali competenze maturate nel tempo le sono oggi particolarmente utili?
«Amministrare bene le entrate e le uscite dell’azienda. Faccio anche parte di un consiglio d’amministrazione di una banca in Lombardia e questo mi ha aiutato a tenere sempre sotto controllo, guadagni, spese, investimenti. Oggigiorno una corretta amministrazione è alla base di tutto, è la competenza principale per gestire un’impresa. Numerose imprese, i primi anni, credono di guadagnare molto e non tengono conto della pressione fiscale. Questa è la ragione per la quale molte aziende durano solo uno o due anni: la cattiva amministrazione».
È importante fare investimenti?
«Sì. Investiamo soprattutto in attrezzature aggiornate e in corsi di formazione. Queste sono le cose principali che ci servono. Bisogna stare al passo con la modernizzazione, con le nuove tecnologie e seguire tutte le novità del settore, anche perché il cliente, al giorno d’oggi, è esigente e bisogna soddisfarlo nel miglior modo e nel minor tempo possibile».
Come avete fronteggiato la crisi?

«Nel nostro ramo, devo dire la verità, la crisi non l’abbiamo sentita più di tanto, nel senso che il lavoro c’è sempre stato. Magari si è abbassato il margine di guadagno, ma la mole di lavoro invece non è mai diminuita. La ragione è da trovarsi nella specializzazione. Non siamo in tanti ad occuparci di impianti antideflagranti, perché il classico elettricista di impianti elettrici civili, se non l’ha mai fatto, non va a farlo. Serve un’attrezzatura un po’ particolare, dai tubi in ferro alle filettatrici per filettare i tubi, ai raccordi certificati che già da soli costano molto. Inoltre è un ambiente particolare in cui, se non entri da ragazzo facendo gavetta, difficilmente poi riesci a entrare e a portarlo avanti. Fino a oggi abbiamo ogni anno aumentato sempre il fatturato impegnandoci al massimo, inserendo rami nuovi, come il fotovoltaico, gli impianti domotici o gli impianti idrologici per le aziende agricole».

Sempre pronti al cambiamento quindi?

«Sì, abbiamo dovuto essere aperti al cambiamento: le banche stesse difficilmente concedono finanziamenti se hai un cliente solo. Meglio avere tanti fornitori di piccola taglia, che se anche ne crolla uno, l’azienda non va in crisi. È un indice di solidità maggiore. Aprendo dunque, come dicevo, altri rami, si sono aperti altri spiragli e altri margini di guadagno che ci hanno permesso di andare avanti».

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