Fondazione Hruby: i beni culturali in Italia non sono protetti

Carlo HrubyTroppe le opere anche di valore inestimabile alla mercé dei ladri, secondo Carlo Hruby, vice-presidente della Fondazione Hruby. Tra i numerosi atti criminosi che quasi ogni giorno colpiscono il patrimonio culturale italiano, nell’ultimo mese sono saliti agli onori della cronaca il furto di un capolavoro del Guercino – La Madonna con i santi Giovanni Evangelista e Gregorio Taumaturgo – trafugato dalla chiesa di San Vincenzo di Modena e quello di tre tavole quattrocentesche di scuola cremonese sottratte dai musei del Castello Sforzesco di Milano, facendo emergere in entrambi i casi la grave inadeguatezza delle protezioni predisposte per la tutela delle opere.

Il valore inestimabile del dipinto del Guercino e la primaria rilevanza del Castello Sforzesco nel panorama museale italiano hanno contribuito a portare alla ribalta un tema di assoluta importanza come quello della sicurezza. Oltre alla drammatica carenza di sistemi antintrusione e di videosorveglianza adeguati alla consistenza e alla capillare diffusione del patrimonio sul territorio, è da rilevare in Italia la mancanza di una giusta attenzione verso il tema della sicurezza e di un’altrettanto valida sensibilizzazione degli operatori dei beni culturali, la cui formazione di natura storico-artistica deve essere al più presto integrata con la conoscenza degli strumenti che le attuali tecnologie offrono per la protezione del patrimonio culturale. La sicurezza rappresenta infatti la prima forma di tutela e il presupposto indispensabile per ogni attività legata ai beni culturali, dalla conservazione al restauro, alla valorizzazione.

“Non è tanto un problema di risorse, quanto di scarsa sensibilità verso il tema della prevenzione e poca conoscenza delle attuali tecnologie- dichiara Carlo Hruby, Vice Presidente della Fondazione Enzo Hruby. – La protezione dei beni culturali tramite adeguati sistemi di sicurezza dovrebbe in realtà essere la prima preoccupazione di chi ha la responsabilità della loro custodia. Non ci sono scusanti: grazie alle moderne tecnologie oggi è possibile assicurare alle opere una protezione costante, sempre attiva, e con costi molto più contenuti di quanto si possa credere. Le apparecchiature di sicurezza e di videosorveglianza vanno però sempre scelte con consapevolezza, correttamente utilizzate e soprattutto sottoposte a regolare manutenzione. E’ importante affidarsi ai migliori professionisti del settore, i soli in grado di progettare e realizzare il sistema su misura di ciascun contesto e di offrire un adeguato servizio di assistenza e manutenzione, anche tenendo conto di possibili adeguamenti futuri. Gli episodi di furto avvenuti a Modena e a Milano fanno ancora una volta emergere la grave vulnerabilità del nostro patrimonio e la mancanza di un’adeguata sensibilità verso il tema della sicurezza. La Fondazione Enzo Hruby sta cercando di diffondere questo tipo di cultura da ormai sei anni tramite convegni, pubblicazioni e specifici progetti di protezione – tra quelli sostenuti in questi mesi vi sono la Basilica di Sant’Ambrogio a Milano, il Teatro Valli di Reggio Emilia e Casa Leopardi a Recanati – e dopo i recenti episodi è pronta a offrire nuovamente il proprio aiuto”.

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