DOMANDE DAI LETTORI

Elettro dubbio

Che caratteristiche devono avere i cavi bus per una installazione domotica KNX?

Lettera firmata

In un impianto KNX si utilizza il bus TP-1 di derivazione EIB, con velocità 9.600 bits/s. Per mezzo di questo mezzo trasmissivo dispositivi KNX ed EIB comunicano e sono interoperanti tra loro.

Si tratta di una comunicazione attraverso un cavo bipolare ritorto (avvolgimento elicoidale), schermato e con doppio isolamento (principale e funzionale). Il cavo da utilizzare deve essere certificato KNX di tipo YCYM 1 x 2 x 0,8 o 2 x 2 x 0,8 mm; nel caso del cavo a 4 conduttori di cui la coppia di conduttori rosso-nero è dedicata alla trasmissione del segnale e dell’alimentazione e la coppia giallo-bianco ad applicazioni aggiuntive SELV. Quando è necessario l’impiego di cavi privi di alogeni, è possibile utilizzare un cavo certificato KNX di tipo J-H(St)H 2 x 2 x 0,8.

 

Efficienza energetica: si dice spesso che domotica e building automation sono utili per ridurre i consumi, la cosa mi lascia un po’ perplesso, in particolare mi chiedevo se i consumi del sistema domotico stesso non fossero già di per sé importanti. Quanto valgono?

Franco Pisani, Perugia

A mio parere il ruolo (estremamente utile) dell’automazione nella riduzione dei consumi è legato alla riduzione dei consumi inutili cioè alla correzione delle dimenticanze umane (illuminazione accesa nelle stanze vuote e così via) e ad una migliore regolazione dei sistemi integrati. Il dubbio legato agli autoconsumi del sistema di automazione tuttavia sono in linea di principio leciti, in un certo senso nelle attuazioni impiego energia elettrica per fare attività che avrei fatto con energia animale (o meglio umana). Tuttavia gli autoconsumi dei dispositivi sono molto contenuti rispetto ai risparmi energetici introdotti ed è quindi possibile trascurarli senza commettere un errore rilevante. In tabella sono elencati gli autoconsumi dei dispositivi utilizzati più frequentemente nelle soluzioni progettuali proposte per i sistemi di automazione. Autoconsumi dei principali dispositivi per sistemi di automazione alimentati dal bus.

Dispositivo Autoconsumo (mA)
Attuatore 1 canale  5
Attuatore 4 canali  10
Attuatore 8 canali  15
Attuatore 12 canali  15
Attuatore 1 canale per motore  8
Attuatore 2 canali per motore  18
Attuatore 8 canali per motore  18
Attuatore dimmer   7
Interfaccia contatti 4 canali   9
Rilevatore di movimento infrarossi   5
Termostato   5
Cronotermostato   5
Interfaccia USB   5

La tensione fornita dall’alimentatore del sistema bus è normalmente di 30 Vcc, i consumi dei dispositivi possono variare quindi da 30 mW a 540 mW e possono essere trascurati nel computo dei risparmi che permettono di conseguire.

 

Sono il titolare di una piccola ditta di installazione di impianti, un committente che oltretutto può essere molto importante per noi in questo momento, vorrebbe affidarci delle installazioni all’interno di cabine MT/BT, ma richiede per questo che il personale coinvolto abbia seguito un corso sulla sicurezza elettrica di almeno 24 ore. E’ corretto? A me non risulta.

Severino Boeri Vercelli

È necessaria una premessa. Per i lavori elettrici la norma di legge di riferimento è il noto Dlgs 81/08 mentre la norma tecnica è la CEI 11-27. Senza entrare nei dettagli per motivi di spazio, entrambi i documenti sono fondati sulle competenze del personale coinvolto, in particolare la Norma CEI 11-27 definisce 2 livelli di persone non comuni (nel senso letterale del termine nei confronti delle competenze elettriche):

Persona Esperta (PES): Persona con istruzione, conoscenza ed esperienza rilevanti tali da consentirle di analizzare i rischi ed evitare i pericoli che l’elettricità può creare

Persona Avvertita (PAV): Persona adeguatamente avvisata da persone esperte per metterla in grado di evitare i pericoli che l’elettricità può creare

In Italia non esistono né certificazioni né patentini né organismi riconosciuti dall’autorità pubblica che attestino l’idoneità delle persone ad eseguire lavori elettrici e che la sola figura ufficialmente titolata a qualificare qualcuno come PES e PAV è il datore di lavoro, solo ed esclusivamente sotto la propria responsabilità. Le competenze necessarie ad operare in condizioni di sicurezza, che derivano in linea di principio da un mix di esperienza (esperto significa anche avere una esperienza) e formazione in aula, talvolta si ricercano nell’attestato di frequenza di un corso di molte ore.  L’attestato di frequenza al corso e di superamento di un eventuale test andrà a completare il file del PES o del PAV ad attestare urbi et orbi che era stata fornita formalmente e ufficialmente la formazione dovuta. È comprensibile.

Ciò detto nella sostanza il corso non è quindi obbligatorio, ma auspicabile per diversi motivi sostanziali e formali, e nemmeno obbligatoria è una durata minima (la norma ne suggerisce ma non ne impone una). Necessarie sono le competenze. Tutto ciò dal punto di vista normativo. Nel caso del lettore, soprattutto se il committente è privato, credo tuttavia che oltre il minimo normativo possano essere richiesti tutti i requisiti che si ritiene, volendo anche il colore della tuta degli operatori. Potrebbe non essere utile, economico, ragionevole e così via, ma è il libero mercato. Per sfatare un altro mito, la lettura e comprensione di questa risposta da sola non garantisce la formazione necessaria ad un PES.

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