Con sensori, Led e audio, l’iceberg diventa arte

Chi dice che la tecnologia non può diventare arte? Un interessante esempio di questo articolato connubio sta catturando la curiosità e l’attenzione dei passanti nel cuore antico di Bruxelles, con una valenza che trascende l’aspetto puramente estetico. Fra palazzi art-decò e facciate in stile fiammingo, in una deliziosa piazza su cui si affaccia silenzioso il più antico teatro della città, l’inverno del 2014 ha trovato una dimensione avveniristica e poetica allo stesso tempo attraverso un’installazione interattiva e multisensoriale dal titolo significativo di Iceberg. Una serie di tre strutture metalliche dalle linee essenziali evocano la trasformazione di queste montagne di ghiaccio che, muovendosi da nord a sud, si staccano dalle piattaforme polari e si incontrano con  le acque più calde fino a sciogliersi completamente in esse.  Questi  tre momenti della loro esistenza, in un’allegoria che vuole ricordarci gli effetti nefasti del riscaldamento globale, vengono reinterpretati in tre differenti “tunnel” costituiti da una successione sinuosa di spigolosi archi in alluminio, che integrano in sé speaker e luci LED blu e rosse: colori e suoni vengono attivati dal passaggio dei visitatori che li percorrono, interagendo così con la struttura, animandola e creando ogni volta effetti diversi.

Dai rumori della natura, che ricordano i fischi del vento che si insinua nelle fessure dell’iceberg ed i “crack” del ghiaccio che si spezza, si passa all’eco delle gocce d’acqua che si perdono nel mare e si trasformano progressivamente in un suono più armonioso di campanelli metallici, quasi un carillon, il tutto accompagnato dalla luce che, da fredda e boreale, vira gradualmente al rosso dei mari più caldi del sud e dell’incontro con l’uomo.

I 44 archi, che si rincorrono a distanze regolari in una torsione che ne muove le dimensioni, sono costituiti da profili di alluminio alti fino a 3m 15cm internamente cavi per poter ospitare i corpi illuminanti formati da una o più – in base all’altezza dell’arco stesso – matrici luminose LED per esterno a 6 punti luce ed un programma di elaborazione creato da “Impersonal Stereo” ( “imp.artnet objects” delle serie “Lighting” e “Max/MSP/Jitter”).

 Gli ingredienti sono semplici: alluminio per la struttura, sensori di movimento (gli stessi impiegati per i sistemi di allarme delle nostre abitazioni), luci LED colorate ed amplificatori sonori, il tutto orchestrato da un’idea originale e condito con quella poesia che riesce a trasformare anche i materiali più comuni in un’esperienza viva ed in un messaggio di denuncia che fa riflettere.

 Scheda del  progetto

  • Luogo: Place de la Monnaie – Bruxelles
  • Direzione artistica:  ATOMIC3 – Félix Dagenais, Louis-Xavier Gagnon-Lebrun
  • Progetto architettonico: Appareil Architecture
  • Lighting design: ATOMIC3
  • Progetto sonoro: Jean-Sébastien Côté
  • Progetto interattivo: Philippe Jean
  • Produzione: ATOMIC3 – QUARTIER DES SPECTACLES (Montreal) – BRUSSELS MAJOR EVENTS – ELECTRABEL
  • Strutture in metallo: UNISSON

(articolo di Sara Gabba)

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